Da una banale caduta al dubbio di una mamma: mio figlio riuscirà a muovere di nuovo la mano?

Da una banale caduta al dubbio di una mamma: mio figlio riuscirà a muovere di nuovo la mano?

Essere fisioterapisti significa accogliere la richiesta d’aiuto dei genitori di un bambino di nove anni che, dopo una banale caduta e il successivo intervento chirurgico, non riusciva più a muovere la mano.

Cosa è successo?

Il nostro piccolo paziente ha subito un trauma cadendo durante un allenamento di calcetto e subito dopo ha iniziato a lamentare un forte ed intenso dolore al gomito con impossibilità di compiere movimenti. Così è stato immediatamente portato al pronto soccorso pediatrico dai genitori. Dopo i primi esami strumentali che hanno confermato una frattura del gomito, il bambino è stato sottoposto ad un intervento di osteosintesi del condilo omerale con l’utilizzo di fili di Kirschner.

Il paziente si è presentato al Centro Medico Mantia dopo il periodo di immobilità dato dall’intervento chirurgico con prescrizione ospedaliera di fisioterapia.

Già dalla prima valutazione funzionale ci siamo accorti che a seguito dell’intervento chirurgico persisteva una complicanza neurologica: uno stupore del nervo radiale con conseguente deficit motorio (cioè l’incapacità di estendere polso e dita) e un deficit sensitivo (cioè una riduzione della sensibilità, un aumento della sudorazione e del calore della mano).

È stato necessario lavorare in equipe multidisciplinare per fare chiarezza prima ancora di iniziare il percorso terapeutico: abbiamo richiesto la consulenza del nostro neurologo che con un’elettromiografia ha valutato l’integrità funzionale del nervo.

Con un quadro diagnostico più chiaro, grazie alla sinergia tra fisiatra, fisioterapista e neurologo, è stato possibile iniziare un percorso terapeutico con duplice valenza ortopedica e neurologica, ponendoci come obiettivi il recupero della funzionalità del nervo radiale e il recupero del range of motion per prevenire la rigidità articolare del gomito.

Il programma fisioterapico è stato così strutturato:

  • Terapia manuale con mobilizzazione ed esercizi passivi ed attivi per migliorare l’articolarità della mano e del gomito;
  • Training propriocettivo e di rinforzo muscolare in fisiopalestra;
  • Riabilitazione neurologica con esercizi di attivazione nervosa;
  • Terapia occupazionale per ripristinare le attività di vita quotidiana

I miglioramenti si sono resi visibili già a partire dai primi giorni di trattamento fino ad arrivare ad un completo recupero funzionale, tutto ciò oggettivato e avvalorato da costanti valutazioni fisioterapiche, ortopediche e fisiatriche da parte della nostra équipe.

Articolo della Dott. Chiara Melodia