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LESIONE DEL TENDINE D’ACHILLE: approccio integrato tra fisiatria interventistica e fisioterapia

Come riabilitare una lesione del Tendine d’Achille trattata con terapia infiltrativa e in particolare con la medicina rigenerativa?

È doverosa una premessa: la capacità ‘rigenerativa’ dei preparati autologhi, utilizzati spesso in alternativa all’intervento chirurgico (evitando rischi associati alla chirurgia, oltre che lunghissimi tempi di recupero), si traduce nella stimolazione e facilitazione dei processi di riparazione tissutale. L’utilizzo di queste tecniche di fisiatria interventistica nell’ambito della medicina rigenerativa, in associazione al trattamento riabilitativo mediante terapia manuale ed esercizio terapeutico, ha dato ottimi risultati nella gestione del paziente sportivo (ma anche nei soggetti non sportivi).

Vi riportiamo l’esperienza di Nicola, corridore che, a seguito di un infortunio al tendine d’Achille, era stato costretto ad interrompere la sua attività sportiva, oltre al fatto che anche la sua quotidianità era stata inficiata non solo dal dolore ma anche da tutte quelle limitazioni funzionali che non gli consentivano di approcciarsi con serenità alla sua routine.

Rivoltosi al Centro Medico Mantia è stato sottoposto a visita specialistica fisiatrica e ad immediata ecografia: la precisione di diagnosi clinica e strumentale ha permesso di individuare il percorso di cura e riabilitazione più idoneo: trattamento infiltrativo di medicina rigenerativa e successiva fisioterapia.

Con particolare riferimento al trattamento fisioterapico, Nicola è stato innanzitutto sottoposto a test funzionali tra cui, in particolare, un preliminare test con la nostra Bobo Pro 2.0 (una rivoluzionaria tavola stabilometrica e propriocettiva) che nel caso specifico è servito a capire dove la caviglia fosse deficitaria nel movimento, e ciò al fine di delineare il percorso di recupero funzionale più appropriato.

Una volta stabilito il protocollo di lavoro personalizzato, il fisioterapista, in continua collaborazione con l’equipe medica, ha guidato il paziente verso la totale ripresa della mobilità, del trofismo, della elasticità e della reattività del tendine attraverso tecniche di terapia manuale in associazione all’ampio utilizzo degli innovativi strumenti della nostra fisiopalestra.

È stato importante lavorare anche sulla motivazione: abbiamo supportato l’atleta stimolandolo anche attraverso il “gaming” sfruttando cioè tutti quegli ausili tecnologici che hanno simulato un reale ritorno all’attività sport-specifica.

Oggi Nicola è tornato in pista con lo stesso ritmo che aveva raggiunto prima dell’infortunio. La sua serenità è visibile dal suo sorriso e questo per noi è motivo di grande soddisfazione.